Uno studio svela i veri nemici della tua energia quotidiana. Scopri perché ti senti esausto già a metà mattina e cosa puoi fare al riguardo.
Sentirsi esausti già prima dell’ora di pranzo non è un segnale da ignorare. Anzi, per molti è ormai diventata la norma (ed è decisamente allarmante, ça va sans dire). Secondo una indagine condotta da Talker Research su un campione di 2.000 adulti negli Stati Uniti (ma siamo certi che i dati non sarebbero troppo diversi in tutti i paesi occidentali), l’energia media di una persona si esaurisce già alle 11:54 del mattino. Una realtà allarmante che evidenzia come il calo energetico non sia legato soltanto alla pressione lavorativa, ma anche a una somma di micro-fattori quotidiani spesso sottovalutati.
La ricerca ha cercato di comprendere in che modo le abitudini moderne influenzino il benessere fisico e mentale (e perché ci portano ad essere estenuati quando ancora dovremmo essere pieni di energie). Il dato più evidente? Un terzo degli intervistati attribuisce al lavoro la causa principale della propria stanchezza, ma è solo la punta dell’iceberg.
Le relazioni sociali, anche quelle più innocue, si rivelano tra le fonti principali di esaurimento (letteralmente). L’essere interrotti o ignorati in una conversazione è stato indicato come particolarmente sfiancante dal 15% degli intervistati. A seguire: le conversazioni imbarazzanti (11%), le telefonate al servizio clienti (9%) e gli scambi con sconosciuti (9%). La soluzione, in questo caso, potrebbe essere solo una: chiudersi a riccio.
Non mancano situazioni ancora più sottili ma non meno logoranti (e strettamente legate al contesto lavorativo): ricevere consigli non richiesti (8%), ascoltare pettegolezzi in ufficio (6%) o partecipare a riunioni virtuali (4%) incide in modo significativo sulla capacità di concentrazione. Persino il collega che mostra video sul proprio telefono (3%) o le conversazioni troppo personali al lavoro (4%) possono contribuire all’affaticamento mentale.
Andando a vedere fattori che non hanno strettamente a che vedere con l’alterità e che incidono dal punto di vista fisico, la mancanza di sonno di qualità è il fattore dominante, segnalato dal 42% degli intervistati. A seguire ci sono la fatica legata alle faccende domestiche (28%), lo stress finanziario (26%), le condizioni meteo sfavorevoli (20%) e l’eccesso di interazioni sociali (19%).
Quando il calo energetico si manifesta, le risposte variano: un quarto degli intervistati si rifugia nella caffeina (il che potrebbe avere anche side effect indesiderati), il 15% aumenta il volume della musica, il 14% tenta un breve riposo, l’8% cerca ristoro nell’aria aperta.
Curiosamente, sebbene oltre la metà degli intervistati (56%) riconosca l’importanza dell’idratazione per mantenere alti i livelli di energia, in media vengono consumati soltanto 5,3 bicchieri d’acqua al giorno — ben al di sotto delle raccomandazioni ufficiali (dovremmo bere almeno 2 litri d’acqua al giorno).
Nemmeno il fine settimana garantisce il recupero sperato: il 48% delle persone ammette di sentirsi comunque esausto nei giorni di pausa. Tuttavia, il 28% crede che piccoli cambiamenti quotidiani, come bere più acqua o dormire meglio, potrebbero fare la differenza (bisognerebbe farlo, non solo crederlo).
Cosa emerge da questa ricerca? Che la stanchezza non va ignorata, ma capita e gestita, attraverso strategie ragionate e uno stile di vita più consapevole: siediti a riflettere e capisci cosa ti stanca e cosa ti dà energia, per evitare le attività stancanti a favore di quelle che fanno sì che la tua energia aumenti.
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